Affascinante, elegante, brillante, luminoso, intrigante, lucido e molto, molto altro!
Tu corri, t’informi, ascolti, acquisti, insegui, speri. Strattoni il dopo nel presente.
Il tempo. E ancora. Una routine. Forse lo vedi o forse no. Lì fuori, guarda, ma ciò che è dentro lo cambia, lo rende importante.
O dentro, e ciò che è fuori è solo un pretesto, e potrebbe essere finanche un vecchio arnese, o una conchiglia.
Sei tu, comunque, ed io, e quasi tutti. Lo sai, è difficile sfuggirgli. La cella è troppo, troppo confortevole, ed ho paura di evadere.
Intanto gli innumerevoli altri supportan la speranza con unghie e lime. Ecco la chiave, fra denti e lingua, ma non so usarla.
Un muro separa due prigioni opposte e connesse. Una grande, immensa, e l’altra… Un bambino mi guarda e piange, o forse uno specchio nella pioggia.
Il muro diventa un giardino, e un verme si scava un’evasione al cielo mentre un merlo insegue il suo pasto.
La vita continua, e basta. Tutto qua.